sabato 4 maggio 2013

Stairway to Heaven di mattoni gialli: Come in cielo, così a terra


Bene.

Dio è con me, mi verrebbe da dire, se non fosse che sembrerei l’emulo sfigato di Martin Lutero o Giovanna d’Arco (o anche solo Berlusconi dopo un party alcolico); il punto è che io ci vivo veramente, con lui. E non è il Dio che ci narravano durante le sedute di catechismo, no. Cioè, certi episodi possono essere anche coerenti, tipo quello delle piaghe d’Egitto, ma a parte quello è…diverso.
Questo Dio, nello specifico, ama trasformare ogni liquido della casa in un cocktail psichedelico, se ne frega delle mie preghiere e ci spernacchia pure sopra. Ma non finisce qui: la sua ultima trovata è stata quella di mandarmi in casa Mosé. Sì, quel Mosé, quello delle acque divise e bla bla bla; il punto è che il tipo è alle prese con ovvie tendenze omossessuali (tanto da farsi dare il nomignolo di Shalomm) ed è alla ricerca ossessiva e spasmodica di “Manzi da monta”, nonché altri tagli di carne di cui non voglio sapere nulla.
Una cosa la so, però…mi ha puntato.
Sono chiuso in camera mia da più di mezz’ora, ascoltando le sue grida isteriche nel bagno, perché si è accorto troppo tardi che si stava lavando i denti con la vodka all’amarena. E ora è sbronzo perso.

Fantastico. Un patriarca ebraico in monokini ciucco fino al midollo e che mi trova belloccio. Onestamente, non so se sentirmi orrendamente lusingato, o galantemente terrificato.
Un po’ entrambe, presumo.
In quella situazione, mentre cercavo di chiudere ogni possibile orifizio che mi collegasse al quinto grado della scala Signorini dall’altro lato della porta (serratura, fessure tra i cardini, sfintere anale) e sentivo i sibili inconfondibili di serpenti rosa shocking (li vedevo riflessi sul pavimento sotto la porta, abbiamo il marmetto) che non voglio sapere da quale bastone fossero usciti, ecco, in verità vi dico: vidi arrivare la fonte, stentata, svettante ma tentatrice, della mia salvezza.
O almeno, così speravo.
La porta dell’armadio si aprì, sparaflashando allegramente, e vidi Dio uscire con una paglietta modello Sanpei Nihira, un gonnellino di foglie intrecciate e una collana di fiori. Il tutto, ovviamente, sul giubbotto di pelle. Ciò mi condusse alla subitanea intuizione celestiale che forsenon era andato a prendere lo zucchero. A meno di non essersi recato a Cuba per prenderlo di canna, ma non ci feci affidamento più di tanto.
<<Dove diavolo sei stato…?>> riuscii solo a chiedergli, con voce flebile da sindacalista davanti al padrone.
A spassarmela, figliolo, cos’altro? In fondo è per questo che sono salito. Cuba è fantastica in questo periodo.
<<Oh, certo…TU DEVI ESSERE COMPLETAMENTE PAZZO!!!>> sbottai, infine, con un tono che si rendeva sempre più patetico a ogni istante. <<Te ne sei andato via dopo avermi preso per il culo senza ritegno, stabilendoti qui, sconvolgendomi la rete idraulica, e ora io mi ritrovo la copia barbuta di Solange che gioca a fare il fachiro!!! E non oso immaginare con che flauto!!!>>
Si sente che ero scosso? Ma il simpaticone alza a malapena un sopracciglio, dando peso solo all’ultima cosa detta.
È arrivato, dunque? E avete già fatto conoscenza?
<<Oh, altroché!>> sbotto, incazzato come il più grande nemico di Sansone, Phil Isteo. <<Pensa che a causa del tuo scherzetto alcolico, ora il tuo amico ha fatto i gargarismi col Mojito, e sta cercando di sedurmi. Quindi, ti sarei grato se mi aiutassi a smetterla di sacramentare e mi dessi una mano!>>
E perché dovrei?
Ok, questo era troppo anche per me.
<<COME SAREBBE A DIRE “PERCHĖ DOVREI?”??? Ė O NON Ė UNO DEI TUOI??? E TUTTE QUELLE STRONZATE SUL ‘NON COMMETTERE ATTI IMPURI’? TI SONO SFUGGITE???>>
Sogghigna, ma non ride. Forse perché percepisce che facendolo potrei divenire come Kratos di God of War.
Innanzitutto, non urlare, non sono sordo. E poi: speri davvero tu, omuncolo dalla discutibile sessualità, di potermi dare ordini impunemente? A ME, il creatore del cielo, della terra e del pavimento su cui ora poggi le chiappe, nonché delle chiappe medesime?
Ok, devo ammetterlo, sul momento mi strizzai addosso come mai prima d’allora: il tono non era arrabbiato o risentito, o anche solo vagamente dispregiativo.
Era affermativo, anche se stava ponendo delle domande retoriche, e per giunta supportato dalla nuda e cruda realtà dei fatti. Mi sentii impotente come l’ultimo dei moscerini sull’enorme parabrezza della vita, quasi aspettandomi la gigantesca spazzola tergicristallo del Karma che mi inumidiva quanto bastava a spazzarmi via.
In secondo luogo, non ho mai detto che l’amore debba essere limitato da quisquilie come il sesso d’appartenenza, l’etnia o anche solo la volontà di non farsi inchiappettare dal prossimo. Altrimenti, pensi che nel mondo succederebbero tutti questi casini? Fatti un paio di domande.
Ero allibito. Congelato. La spina dorsale poteva andare in pezzi al minimo tocco, lo sentivo.
<<Mi stai dicendo…che tu nella mia stessa situazione non vorresti un aiuto per evitare l’assalto di un arrapato barbuto al tuo buco più sacro?>>
Nah. Ė un’esperienza da fare, dopotutto. E poi, ho più buchi di quanti immagini, figliolo. Divertitevi.
Ridacchiò, divertito. Ero annichilito, e forse per quello, forse perché stavo per diventare il concubino di un uomo che avrebbe potuto aprire il Mar Rosso ma preferiva aprire…beh, ci siamo capiti. Dicevo, che fosse per una ragione o per l’altra, ritornai con la mente a qualche istante prima, su un’affermazione  precedentemente enunciata dal Grande Capo.
<<Ora che ci penso…tu prima hai detto che sei salito a far baldoria? Ma…tu non stai in…Paradiso, su nei cieli, o che so io?>>
Abitare nei cieli? E chi l’ha detta questa fesseria? Quella è un’interpretazione vostra e di quel fricchettone di mio figlio, che quando faceva quei sermoni non era nemmeno troppo in sé. A dirla proprio tutta, era tornato da un rave a casa della Maddalena, a Canaan, e quindi non ricordava proprio alla perfezione dove stava di casa. Ricordava solo di essere venuto per fare del bene….e qualche trucchetto che gli ho insegnato. E poi, non dite sempre che Dio è nel mondo? A parte qualche strato di ozono, in cielo cosa c’è? Statisticamente, è più facile che mi trovi al piano terra, che non all’attico.
E dopo questa mirabolante rivelazione, credo che d’ora in poi avrei usato la Bibbia come carta igienica e riserva di filtrini d’emergenza. Tutto quello in cui credevo, o meglio, tutto ciò che mi era stato messo dinanzi per indottrinarmi si era rivelato un’idiozia tremenda.
Non che avessi dubbi in merito, ma mai mi sarei immaginato qualcosa…così.
Con una nuova consapevolezza di quanto potevo e non potevo fare, presi coraggio e aprii la porta. Shalomm, attorniato da serpenti, mi fissò dritto negli occhi, quasi famelico eppure amichevole, cordiale. Ansioso di fare la pace. E come nella migliore tradizione, ci scambiammo un segno di pace; nella fattispecie, lui aprì le braccia per abbracciarmi.
Io distesi il braccio col pugno chiuso, centrandolo in pieno volto.
Perché lo feci? Perché ormai era chiara la morale del mondo: nulla è reale, tutto è lecito. Mentalmente, ringraziai la Ubisoft, ultima profeta della massa, per avermi ricordato tutto questo. Ma non essendo io un infame come avevo scoperto essere Dio, mi chinai leggermente per guardarlo e sincerarmi delle sue condizioni. Non ricordai che era morto da oltre tre millenni.
<<Tutto bene? Non volevo farti troppo male…>>
Ma era ben lungi dal sentire il dolore.
Quello fisico, almeno.
NUUUUUUUUUUUU! IL MIO VISO! Il mio splendido, magnifico viso! E io che ci avevo messo tanto a spurgarmi dai punti neri! Sei un mostro!
Quella venatura esigua di umanità disparve del tutto, sentendo la nota femminea nei suoi lamenti. Patetico: un Enzo Paolo Turchi circonciso. Non l’avrei augurato al mio peggior nemico. Avrei voluto appenderlo al soffitto e usarlo per allenarmi al tiro all’idiota.
Sospirai, porgendogli la mano per farlo alzare.
<<Avanti, alza le chiappe, jewish lover. Tocca fare un discorsetto, noi tre…>>
Guardò la mano con sospetto e tirò su col naso, prima di sfruttare l’appiglio per alzarsi in piedi.
E sia, ometto. Ma dai una lavata al pavimento, prima. Non ho mai visto un posto più sporco e polveroso…e io ho attraversato il deserto per quarant’anni…
Sorrido debolmente, come a concedergli quella lieve ma significativa vittoria morale. Dopotutto, l’avevo trattato con un po’ troppa energia. Tutta colpa del suo capo; che, tanto per cambiare, non riuscì a esimersi dall’esprimere il proprio parere.
In effetti ha ragione. Sembra la cucina di un Mac Donald’s…
<< Tu chiudi il becco, festaiolo della domenica! Hai usato l’armadio per andare a Cuba a fare la bella vita! E non hai nemmeno portato lo zucchero. Come se a Cuba mancasse la materia prima…>>
Lo vidi mentre faceva spallucce.
Che vuoi che ti dica, non avevo soldi. Oh, a proposito, hai mica cinque euro? Devo comprare le sigarette.
Sbuffai: cazzaro, indisponente e pure accattone.
Ignorandolo, mi diressi a passo filato verso la cucina.
Senza saperlo, avevo trovato la strategia che mi avrebbe aiutato in futuro.
Proprio vero, chi ha il pane non ha i denti, e chi ha i denti non ha il pane.





                                                             (c)Fafnir(sto giro strabiliante)&Sigmund

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