sabato 4 maggio 2013

Stairway to Heaven di mattoni gialli: Il beone, lo Strega e l'armadio



Non mi convince…no, non mi convince affatto. Mi sono appena trasferito nella nuova stanza e ho notato subito una presenza fuori posto, sì, un elemento anomalo, fuori da ogni schema d’arredamento di buon gusto.
Ho un armadio giallo in camera.
Un armadio giallo, capite? E di quelli grossi e ingombranti, per giunta, che più lo guardi e più realizzi che il mondo dei daltonici dev’essere uno spasso. Perché me la sono presa con l’armadio giallo? Forse perché non avevo mai visto un mobile così giallo in tutta la mia vita; forse perché è imponente, in tutta la sua giallosità; o magari perché non c’entra una beneamata minchia con il resto della mobilia (che per la cronaca è marrone, come ogni sacrosantissimo pezzo di mobilia dovrebbe essere, a mio avviso). Fatto sta che ha qualcosa di oscuro…di nero (e non parlo dei pomelli). Comunque, tralasciando la giallositudine dell’armadio, il resto della casa non è male, graziosa, oserei dire, e in cucina è appostato anche un divano, che porterà sicuramente a pomeriggi oziosi con i coinquilini.

    Ho cominciato a mettere a posto tutti i miei effetti personali: mutande, calzini, vestiti, libri che non leggerò mai, ma che danno una parvenza di persona colta, la dotazione standard dell’universitario medio, insomma; e poi trovo qualcosa che è sfuggito alla mia attenzione e che ho messo la sera prima, uno straccio logoro di tessuto marrone scuro. Che ci faccia questo straccio qua è la domanda più ovvia, ma, data la mia altrettanto ovvia condizione di cadavere redivivo dopo la sbornia della sera prima, non gli do troppo peso. Lo metto nell’armadio giallo… almeno servirà a qualcosa (penso non ci metterò nient’altro: non posso sopportare che i miei vestiti stiano in un armadio di quel colore).
Passai la prima notte a girarmi i pollici e a farmi domande esistenziali, a cui naturalmente ho saputo rispondere solo con altre domande, altrettanto esistenziali, finché finalmente il sonno mi accolse tra le sue braccia, come una tettuta amica da festa incontrata per caso, legata a te da quel filo sottile d’alcol e di saliva che vi scorre a fior di lingua.

Mi fa male la testa…i polsi…i piedi…ma che…?
Questo è sangue! Sto fiottando sangue, cazzo! Mi sono venute?...o che diavolo succede?
Divertente, vero?
Una voce calda, tipo Bruce Dickinson. Alzo la testa, ma chi mi si sparaflasha negli occhi è la figura spiccicata di Chad Kroeger, il cantante dei Nickelback. Se ne sta bello tranzollo ai piedi del mio letto a sorridere celestialmente…aveva anche una specie di cerchio sulla testa, tipo quello di Xena (il chakram, o un nome simile: poco ma sicuro non si chiamava chachacha), solo che questo era giallo.
Dormito bene?
Proferisce con calma, come se non gli importasse nulla del mio sanguinamento in ordine sparso, o delle mie nuove prese d’aria. Visto che sono stupidamente filosofico, e immagino che questo abbiate avuto modo di apprezzarlo, finora, o anche solo per esperienza vissuta, la prima risposta che mi viene in mente è una domanda, in questo caso poi è stata la classica domanda che si farebbe un poveraccio che fino a qualche minuto prima dormiva e ora si ritrova inchiodato come un coniglio in banco macelleria.
<<Tu chi diavolo sei?>>
Lo vedo che scuote il capo, quasi con giocoso disappunto.
No…non ci siamo proprio. Io non sono nessun diavolo, figliolo. Io sono Colui che Sono, l’Alfa e l’Omega, colui che preghi per non farti interrogare a sorpresa e che insulti quando perdi una partita a Crash Bandicoot; il tutto e il niente, l’onnipresente, onnisciente e onnipotente.
Io sono il Signore Dio tuo, rammollito.
Ok…
Facciamoci un paio di conti in tasca, perché mi sa che ieri sera devono avermi messo della roba fortissima nel bicchiere.
·Ecco un tizio sconosciuto ai piedi del mio letto, che mi chiede se sanguinare da orifizi del mio corpo che prima non c’erano è divertente;
·ha un cerchio sulla testa, il che è anche comprensibile, visto che il cerchio alla mia di testa è stretto come il culo di uno scozzese in tempi di crisi;
·dulcis in fundo, il signore del metallo qui presente mi dice di essere un dio. Ma mica un dio qualsiasi, tipo Ganesh, Ares o Chtulhu, che avrei potuto comunque metabolizzare, no! Lui dice di essere quel Dio lì…

<<I casi sono due, amico: o sei effettivamente l’Altissimo, o sei l’imitatore di cantanti rock più sadico che abbia mai conosciuto, e non sei che un parto della mia mente ancora sfatta dall’alcool. E scusami tanto, Jigsaw, ma propendo per quest’ultima ipotesi>>.
Ride.
Cioè, rendiamoci conto…ride?
Tranquillo, mio grazioso animale…sono giunto fin quaggiù solo per chiederti un favore.
E qui, se permettete, la risata me la feci io, e pure grossa.
<<Fammi capire, Grande Capo…tu, l’Onnipotente, l’Altissimo, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, tu, proprio tu, vieni a chiedere un favore a una nullità come me?>>
Lo vedo scrollare le spalle, sempre sorridendo. Beatamente discosto dalle mie provocazioni.
Dopotutto, non sarebbe la prima volta. Dio opera in modi imperscrutabili. Vallo a dire a Noé, a Mosé e a tutti gli altri.
Mi sembra un ragionamento legittimo. O forse è solo la perdita ingente di eritrociti a farmelo credere. Fatto sta che decido di dargli corda.
<<E in che consisterebbe? Ti serve un nuovo portamatite in pelle umana?>>
Lo vedo sorridere ancora, a braccia conserte. Sarà lo shock da esperienza ultraterrena, ma mi sembra di notare un certo sfavillio sadico nei suoi occhi, come se pregustasse il sapore di quanto sta per dire prima di proiettarlo fuori dalle pareti sicure del palato.
No, no, niente di così complesso. Voglio soltanto che tu mi ospiti.

Bang…
Ok, la situazione stava degenerando rapidamente, ero pronto ad ammettere che forse bere non sarebbe stata mai più una buona idea. Dopotutto, bastava anche solo guardare la situazione in cui ero prima di questa scioccante confessione: bucato e stravaccato che sembro l’Uomo di Vitruvio, sbalzi d’umore a raffica tipo ciclo mestruale. Cacchio, vuoi vedere che questo simpaticone mi trasforma in donna? Ma finora non fa menzione di voler perpetrare la sua divina essenza attraverso me, il che mi tranquillizza un po’. In fin dei conti, a rattopparmi posso pensarci dopo: ora devo accettare il fatto che ho davanti Dio…e a quanto pare è molto più perverso di come lo dipingono.
Il che la dice lunga.
<<E perché il divino vorrebbe stare sotto il mio stesso tetto?>>
Perché sei stato scelto.
<<Scelto? E come?>>
Dall’armadio giallo…è da lì che sono uscito.
Almeno questo ha una spiegazione razionale (se di razionale si può parlare, in un frangente simile): a quanto pare il mio armadio giallo è una porta divina che sceglie mortali atti ad ospitare Dio.
Roba che nemmeno in un summit tra Mormoni, Testimoni di Geova e Avventisti del Settimo Giorno se la sarebbero potuta inventare.
Chissà se posso usarlo per fare la spesa…
<<Ok. E perché vuoi rimanere sulla Terra…ora?>>
E per quanto il mio stato allucinato potesse rendermi estremamente intuitivo, alla Sherlock Holmes, per intenderci, niente avrebbe potuto prepararmi a quanto stavo per udire. Una di quelle risposte capace di sconvolgere il labile equilibrio tra luci ed ombre, genio e follia, ragione e sentimento.
Voglio far baldoria.
<<Ti dispiace ripetere?>>
Sai, vi invidio, quando bestemmiate simpaticamente con un “Dio danzante sul cubo con David Guetta a scratcharci il groove”, senza tenere conto dei miei sentimenti…io in discoteca non ci sono mai andato…non ho mai bevuto neanche un Bloody Mary…
     Bene, Dio vuole andare in discoteca e sbronzarsi…sono appena entrato nel fantastico mondo dell’animazione targata Seth McFarlane. Poi però ci rifletto un poco, contemplando quasi con fare distaccato come le mie arterie continuino a zampillare e io non muoia: sarebbe mitico, in effetti, il sogno di ogni cristiano (e non) avere a fianco Dio che ti abbraccia più volte confidandoti quanto ti vuole bene e che quando arriva a casa ti demolisce il cesso perché invece di vomitare ti fa allagare la casa…
E pensate solo a quanto si risparmia in cocktail, basta dargli un bicchiere d’acqua e fa tutto lui. Ma per dovere di cronaca, conscio di essere stato creato libero e dotato di raziocinio, gli porgo un’ultima domanda.
<<Posso rifiutare?>>
Ovviamente no.
E tanti cari saluti al libero arbitrio…maledetta propaganda cattolica.
<<Ok, però cucini tu oggi. E pulisci un po’ questo schifo, c’è Imelio che è emofobico>>.
Imelio è il nome?
<<Già>>.
Che genitori crudeli.
<<Vanno in chiesa tutte le domeniche, pensa te>>.




                                                                                                   (c)Sigmund&Fafnir

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